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Silene vulgaris

Appartiene alla famiglia delle Caryophyllaceae, il nome deriva da Silenio, mitologico compagno di Dioniso, caratterizzato dalla tradizione iconografica dal calice rigonfio come il calice della pianta.
E' comune in tutta Italia, conosciuta e molto apprezzata in diverse cucine regionali.
Data la sua diffusione è spesso conosciuta con uno o più dei seguenti nomi comuni e dialettali (diversi nomi fanno riferimento al gioco infantile di far scoppiare i fiori comprimendoli tra le dita o sulla fronte): Strigoli, Stridoli, Bubbolini, Carletti, Spizzoli, Sonaglini, Cannatedda, Cavoli della Comare, Erba del Cucco, Schioppetti, Sclopit, Sciopit, Sciopètin, etc. etc. etc.

Proprietà:

In passato veniva utilizzata come diuretico, come rimedio contro la gotta, il fuoco di Sant'Antonio, l'anemia, ed altro ancora; ad oggi viene ancora utilizzata come emolliente e nei trattamenti oftalmici. Il suo utilizzo principale rimane comunque quello..

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Uso interno:

Uso esterno:

Utilizzo in cucina:

Si utilizzano le foglie e i germogli, freschi in insalata, lessati come contorno con un condimento leggero, in minestre, zuppe, all'interno di torte salate, frittate, frittelle, polpette, oppure spadellati (numerose ricette prevedono di farli lessare e ripassarli successivamente in padella). Vengono altresì utilizzati come condimento per la pasta, nei risotti e nel ripieno dei ravioli.

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